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Mono Award 2023 - BLUR - Mathias Marchioni

Mono Award 2024 - Nobraino - Gianmaria Cenciarelli

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Il premio e le motivazioni
I premi nell’arte ma anche nello sport, nella letteratura passando per la scienza e non solo, nel caso dei Nobel, sono da sempre un riconoscimento importante. Il riconoscimento del lavoro di una vita.


La musica è parte integrante delle nostre vite e il concerto è dove l’artista esprime direttamente ai propri estimatori la propria arte, e forse, anche il proprio valore. Chi lascia ai posteri un ricordo di un evento così importante nelle nostre vite, come il fotografo sotto un palco, deve essere riconosciuto, soprattutto nel caso della fotografia dei concerti , spesso considerata un genere "minore" ma di fatto importantissima. I concerti i si chiudono con un bis ma le foto ci saranno per sempre. Gli artisti rimangono nella storia anche grazie alle fotografie che li accompagnano nella loro carriera.

Da qui la decisione di introdurre dal 2023  l’Oscar della fotografia dei concerti. La giuria comprende chi sta sul palco, chi scrive di musica e critici fotografici.

Un premio per valorizzare questo genere fotografico.


Come si giudica una foto in questo periodo storico?
Con l'avvento del digitale prima e l'AI successivamente il lavoro del fotografo è cambiato completamente così come è complicato giudicare una foto. Quanto una foto che ritrae un artista sul palco è reale? Ci interessa saperlo realmente? Ci sono delle vie di mezzo? Questo ragionamento vale ovviamente per tutti i generi di fotografia.

MONO, la fondazione che è alla base di questo premio, da una parte vuole preservare quello che è lo spirito pionieristico della fotografia e dei suoi principi, ma è anche molto attenta a quelli che sono i cambiamenti che, nella maggior parte dei casi, sono degli strumenti per ampliare quelle che sono le virtù e la fantasia di un fotografo.

Gli strumenti a disposizione del fotografo sono cambiati nel tempo a partire dalle stesse fotocamere. Da attrezzature meccaniche siamo passati ad attrezzi elettronici e alla fine la stessa fotografia da materiale è diventata immateriale con il digitale. Gli stessi strumenti che utilizzavamo per "sviluppare" e modificare a posteriori le nostre fotografie sono cambiati nel tempo. Ansel Adams, uno dei pionieri dello sviluppo a livello scientifico di una fotografia già a partire dallo scatto, avrebbe usato photoshop? La "forza" di una foto è basata solo sulla prontezza di riflessi e quindi legata all'attimo ritratto o nella bellezza del suo insieme?

La bellezza della fotografia, di un concerto in questo caso, è solo di reportage? E' solo documentaristica e quindi legata all'attimo raccontato oppure il risultato di un insieme di cose che può realizzare successivamente il fotografo una volta arrivato a casa?

Il giudizio negativo verso l'uso di programmi di fotoritocco nella fotografia spesso non è dettato dal principio legato al mantenere il più possibile la fotografia al momento in cui è stata scattata ma alla frustrazione di chi non è in grado di usare questi strumenti. Spesso chi giudica in maniera negativa delle foto lavorate anche nei semplici colori è perché colui che critica non è in grado di poterlo fare e quindi usa la via più facile per giudicare. Una foto diventa automaticamente non vera. La fotografia è cambiata, è cambiato il modo di vedere le foto, siamo cambiati noi e sono cambiati anche i fotografi stessi. Se cambia la fotografia, le persone che le guardano perché non dovrebbe cambiare il fotografo? Il fotografo oggi non è semplicemente chi scatta una foto ma è allo stesso tempo colui che le sviluppa. Gente come Cartier Bresson e Vivian Mayer avevano i propri laboratori di fiducia, la stessa Annie Leibovitz ha uno staff di assistenti che si occupa, sotto le sue indicazioni sommarie, come una fotografia deve essere modificata.

Si può scegliere di scattare in analogico e stamparsele da solo e quindi avere il pieno controllo della propria produzione, si può scegliere di farle sviluppare da altri, si può scattare in digitale e decidere di modificarle a proprio piacimento.

Il limite invalicabile
MONO, come fondazione deve guardare oltre il puro gusto personale. Ci sarà sempre chi resterà più o meno legato alla tradizione ma sono le motivazioni del fotografo e come usa gli strumenti  quello che dobbiamo giudicare. La "pre-visualizzazione" della foto. Quello che noi vogliamo premiare nel giudicare queste foto è l'ingegno delle persone legato però a dei principi legati alla verità e agli intenti. Se quando si scatta una foto ad un concerto, ad esempio, si visualizza al momento della scatto come verrà alla fine usando degli strumenti di ultima generazione allora quello fa parte, a nostro avviso, di una foto valida per il concorso. Un esempio banale può essere quello di togliere una bottiglietta d'acqua sul palco o un microfono che non è sul viso , ed è concesso anche fare un "merge" di foto come è capitato alla foto vincitrice dell'anno passato. Il famoso "scandalo" della foto di Damon Albarn. In questo caso il fotografo ha pre-visualizzato quello che voleva fare, ha visto il palco, la scritta, ha aspettato un salto del protagonista e lo ha incollato spostandolo in prospettiva. Quando ha scattato le due cose sapeva già come sarebbe stato il risultato. Fa parte della sua idea e intento finale. Il problema sarebbe stato se fosse stata usata l'intelligenza artificiale per creare degli elementi che non esistono nella realtà, come la scritta dietro lo stesso artista "ballerino".  I "collage" ci sono sempre stati, anche nei primi anni della fotografia e del cinema, oggi riesce a farli lo stesso fotografo, se è competente, mentre prima magari era un professionista esterno dedicato. Chi ha denigrato questa fotografia dei Blur, lo scorso anno,  lo ha fatto perché è un "purista" ? O semplicemente perché non è in grado di usare il programma in maniera così avanzata e a quel punto nemmeno di pensarla una foto del genere? Il problema dell'AI, introdotta in questi ultimi tempi sui programmi di fotoritocco è che inventano delle cose, inseriscono elementi non esistenti, elementi creati al computer anche se realizzate sotto indicazione delle stesso fotografo, ed è qui il limite, al momento, da non superare. L'AI è un ottimo strumento, al limite,  per velocizzare magari delle procedure che avrebbero richiesto più tempo al fotografo, ad esempio togliere un elemento, scontornare una cosa ma non per creare. Il problema più grande è quando l'AI verrà inserita all'interno delle fotocamere realizzando delle fotografie che non esistono, cosa che già sta succedendo in parte sui nostri cellulari. Quindi, qui non siamo al World Press Photo, i raw non ci interessano quello che premiamo è l'ingegno e la bella fotografia, e il buon senso.

Tempi e termini

  • Ogni fotografo può mandare uno scatto. Uno solo. In formato JPG con una risoluzione minima di 1920 per il lato lungo e deve indicare data, luogo, artista fotografato e il nome del fotografo

  • La foto deve essere scattata dal 1 Settembre 2023 al 31 Agosto 2024

  • Non deve essere usata l'AI per generare elementi non esistenti al momento dello scatto ma è concessa per scontornare ad esempio. 

  • Deve essere scattata durante una performance quindi niente backstage, foto posate etc.

  • Il termine ultimo per l'invio della foto è il 10 Settembre 2024

  • la mail dove spedire la foto è mono@mono.foundation con oggetto della mail "MONO AWARD" potete usare anche wetransfer e mandarla a quell'indirizzo

  • Non c'è nessun premio in denaro al vincitore. Riceverà il logo di vincitore dell'Award e il pass per partecipare alle iniziative all'interno dell'Academy e alla Factory.
    Ci rivediamo all'Award 2025.

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